Leggi ecclesiastiche e diritto canonico: storia ed evoluzione

Le leggi ecclesiastiche sono cambiate nel corso dei secoli. Il rapporto tra potere temporale e potere spirituale è sempre stato un punto focale della storia dell’umanità e leggi che hanno governato e modificato questa relazione hanno avuto conseguenza sulla nostra vita, anche se noi non ce ne rendiamo conto. Per studiare le origini e gli sviluppi del corpus legislativo legato alla chiesa è nata una disciplina di studio: il diritto canonico, una branca della giurisprudenza. Scopriamo insieme cosa studia e come si è evoluto nel tempo.

Il diritto canonico nel primo millennio

vocabolario teologicoEssendo legato alla chiesa e dunque alla nascita e alla storia di Cristo, possiamo far affondare le radici del diritto canonico ai primi mille anni dopo la sua nascita. Nei primi secoli non vi erano ancora figure con appositi ruoli legislativi né tantomeno particolari avvenimenti che siano da inserire all’interno del settore della legge. Quest’ultima era rappresentata dalla Sacre Scritture, le sole in grado di possedere il potere di proferire regole e dettami. Si parla difatti di diritto divino e naturale. Il “documento” più importante sono i Dieci Comandamenti, rivelati a Mosè dalla voce di Dio sulla vetta del monte Sinai. Oltre a questo vi erano anche dei precetti, ma in assenza di una comunità solida e definita non esistevano i presupposti per creare un vero e proprio diritto con un’eventuale gerarchia delle fonti.

Dopo gli atti degli Apostoli, che colmano quel vuoto creando le basi per una comunità cristiana, altri scritti contribuiscono a creare un insegnamento e un insieme di valori fondanti di riferimento:

  • Barnaba
  • Clemente romano
  • Ignazio
  • Policarpo

Da qui si arriva direttamente ai padri considerati fondatori della Chiesa così come noi la intendiamo: Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Girolamo.

L’evoluzione della religione in diversi territori coincise anche con alcune divisioni, più o meno nette e con la nascita di figure, come quelle dei Vescovi, che di fatto svolgevano ruoli di legislazione locale. In questo millennio uno degli eventi più significativi per il diritto canonico sono i Concili ecumenici, in cui si ribadiscono e si dichiarano nero su bianco i dogmi della fede cristiana.

Insieme a questo importante punto di svolta si assiste anche alle “battaglie legali” tra Chiese diverse, o meglio, in alcuni casi anche tra membri della stessa Chiesa. Ma chi si può ergere da arbitro in queste delicate diatribe? Ecco che qui nasce la possibilità di ricorrere come ultimo appello al Vescovo di Roma.

Il Pontefice diventa sempre più centrale. Lui diffonde la sua parola e così facendo decide la direzione, le norme comportamentali. La prima delle Decretali pontificie è opera di Papa Siricio I, da quel momento in poi tutte quelle prodotte vengono conservate a Roma, dove si costituisce la collezione chiamata Collectio Dionysiana. Dopo di questa verranno;

  • La collectio Isidoriana
  • La collectio Adriana

In quell’epoca il diritto come lo intendiamo poteva essere semmai mutuato da quello ebraico. Almeno fino all’editto di Costantino.

Con l’arrivo dei Franchi nella penisola avviene un importante cambiamento. Fino a quel periodo la legge si affidava alle modalità tipiche del diritto romano, che non necessitava di un supporto scritto ma si basava sul concetto di Consuetudine. Saranno proprio i Franchi a richiedere di mettere per iscritto tali consuetudini, dando vita alle cosiddette Decretali dello Psuedo-Isidoro. Un interessante nome, che rivela l’origine falsa delle fonti. Probabilmente il tentativo di legittimare l’operato di alcune invasioni nella vita politica da parte dei vescovi in epoca carolingia è alla base della produzione di tale opera. In ogni caso ad essa si deve l’onore di aver posto su carta molte regole consuetudinarie.

Le leggi ecclesiastiche in epoca classica

codice delle leggi ecclesiastichePer il diritto canonico e le leggi della chiesa questo periodo inizia nel XII secolo, nel 1440, quando Graziano compie la prima opera di interpretazione delle fonti e della produzione legislativa fino ad allora accumulato. Mettendo insieme tutto il materiale cerca di elaborare interpretazioni tra le varie norme contrastanti, presenti a causa di un’assenza di disciplina. L’opera prende il nome di Decretum Gratiani e sarà parte importante e integrante del famoso Corpus Iuris Canonici. Sarà soprattutto in Italia, una delle culle degli studi universitari, ad essere al centro del dibattito.

La dottrina giuridica generale si sta diffondendo, diventa una materia di studio a tutti gli effetti, con i suoi teorici e teorizzazioni. In questo contesto di forte fermento culturale e di desiderio di analisi profonda il Decretum di Graziano è al centro di numerosi dibattiti. Ma come spesso accade nel corso della storia, saranno gli eventi a tracciare le linee di una nuova direzione.

In corrispondenza della travolgente riforma protestante si dovrà riflettere sulla necessità di promulgare leggi e direttive nell’immediato, come risposta ad una spinta improvvisa. Si tratta di un tipo di diritto canonico che è originato dal Pontefice e viene definito a base causae maior. Il celebre Concilio di Trento si farà carico di stabilire le regole precise della dottrina e la disciplina, lavorando alacremente affinché la Chiesa abbia un ordinamento e un’organizzazione sempre più precisa.

Un altro evento importante in questa fase storica avviene nel 1528. Il Papa istituisce una commissione per analizzare filologicamente il Corpus, nel tentativo di fare chiarezza ed apportare eventuali correzioni, ma senza creare una nuova versione ufficiale. Un altro studioso, Giovan Paolo Lancellotti produce un manuale di diritto canonico, mettendo mano con dovizia di particolari a tutto il diritto canonico, ma la richiesta di ufficializzazione fatta alla Santa Sede fu respinta. Il testo venne ristampato moltissime volte, dandogli comunque l’autorità che meritava per chiarezza e onestà didattica.

Dal diritto ecclesiastico moderno alle leggi della Chiesa contemporanea

Il periodo moderno vede Roma al centro della Chiesa in tutti i sensi. Non è una novità, dal momento che già dal periodo della riforma protestante una forte autonomia alle varie Chiese è messa seriamente in dubbio.

Si inaugura il periodo del giurisdizionalismo. Cosa significa? Gli studiosi di diritto canonico insistono a sostenere che la Chiesa e lo Stato sono, rispettivamente per i propri ambiti di competenza, due società perfette, e che la Chiesa dev’essere libera per necessità e diritto, escludendo in ogni caso una sottomissione alla volontà della politica.

La Rivoluzione Francese provocherà un distacco ancora maggiore e diritto canonico e secolare si dividono definitivamente. È il separatismo: la Chiesa deve provvedere in autonomia alle proprie regole e alla loro conseguente codificazione.

Gli illuministi porteranno la loro luce anche sulle leggi della Chiesa. L’ideale di un unico diritto investe anche l’ambito canonico. Il Codice Civile di Napoleone sarà il primo esperimento per quanto riguarda le leggi dello stato. La Chiesa resterà in disparte fino al 1929, momento in cui si riunisce il Concilio Vaticano I e si decide una riforma e una codificazione precisa, da alcuni comunque percepita come un rischio di ammissione dell’influenza illuminista e napoleonica capace di svilire il valore della consuetudine.

L’epoca contemporanea

La chiesa quindi si allontana dalle relazioni internazionali, una conseguenza dovuta alla fuoriuscita delle leggi ecclesiastiche da quelle dello stato, ormai sono due mondi che non si parlano.

I personaggi importanti per questo periodo storico sono innanzitutto Benedetto XV, autore della sintesi giuridica e della Commissione Pontificia incaricata dell’interpretazione del codice del diritto canonico e Giovanni XXIII che scegli di dare una ventata di modernità al codice, che però verrà divulgato dal suo successore Giovanni Paolo II nel 1983, anno in cui nasce la Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae legis, rimettendo mano in modo chiaro e una volta per tutte al materiale fuoriuscito dai concili.

Ultima data di rilevo è il 2009, anno in cui grazie a Benedetto XVI diventa attiva la nuova legge sulle fonti del diritto, stabilendo che le leggi italiane e di qualsiasi altro stato non saranno recepite automaticamente, ma dovranno essere sottoposte all’analisi preventiva e all’autorizzazione del Papa.

 


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